Febo è morto.
Entro al bar in piazza a Terrasini: sono le 10.30 e lui dovrebbe essere là.
Invece il suo posto è vuoto.
La sua voce stridula, da ultracentenario, non riecheggia più per le salette del bar.
Il piccolo mi guarda incuriosito e poi lo chiede: “dov’è Babbo Natale?”
Prendo coraggio e chiedo al barista, ma già conosco la risposta: Febo è morto. Babbo Natale, come amava farsi chiamare, è morto.
Non potremo più ascoltare le sue storie di inizio ‘900, di suo padre fuggitivo in Francia, la belle epoque, la storia d’Italia e d’Europa, disegnata sul suo volto, ruga per ruga, cicatrice per cicatrice.
Era Babbo Natale e regalava novelle dal sapore antico, un Babbo Natale toscano, chissà perché rifugiatosi in questo paesino di mare della Sicilia: ormai questo non potrà raccontarmelo più.
Non si sapeva quanto le sue storie fossero vere e quante invece le avesse sognate la notte prima, ma era bello ascoltare e vivere le battaglie, le belle donne, un’Italia, che non sapeva ancora di esistere, ma che sperava presto di diventare unita.
Il bar sembra più vuoto adesso, spento, ha perso l’anima della Storia.
In memoria di Febo, delle sue colazioni e del suo cappuccino e croissant, parliamo del cappuccino perfetto.
Va da sé che per poterlo preparare bisogna avere il getto di vapore della macchina da caffè (anche se il manuale bimby millanta la possibilità di crearlo con questo robot).
Interrogando Alberto del bar Saltment di Abbiategrasso (che ci ha fornito il materiale per le foto allegate), fa notare che in verità il cappuccino perfetto non esiste: ognuno ha il suo preferito. Chi lo vorrebbe con caffè d’orzo, chi lo preferisce più scuro, chi più chiaro, chi senza schiuma (quasi come un latte macchiato), chi lo vuole freddo, chi lo vuole bollente. Ma esiste una regola generale per permetterci di realizzarne uno dignitoso anche a casa.
Entro al bar in piazza a Terrasini: sono le 10.30 e lui dovrebbe essere là.
Invece il suo posto è vuoto.
La sua voce stridula, da ultracentenario, non riecheggia più per le salette del bar.
Il piccolo mi guarda incuriosito e poi lo chiede: “dov’è Babbo Natale?”
Prendo coraggio e chiedo al barista, ma già conosco la risposta: Febo è morto. Babbo Natale, come amava farsi chiamare, è morto.
Non potremo più ascoltare le sue storie di inizio ‘900, di suo padre fuggitivo in Francia, la belle epoque, la storia d’Italia e d’Europa, disegnata sul suo volto, ruga per ruga, cicatrice per cicatrice.
Era Babbo Natale e regalava novelle dal sapore antico, un Babbo Natale toscano, chissà perché rifugiatosi in questo paesino di mare della Sicilia: ormai questo non potrà raccontarmelo più.
Non si sapeva quanto le sue storie fossero vere e quante invece le avesse sognate la notte prima, ma era bello ascoltare e vivere le battaglie, le belle donne, un’Italia, che non sapeva ancora di esistere, ma che sperava presto di diventare unita.
Il bar sembra più vuoto adesso, spento, ha perso l’anima della Storia.
In memoria di Febo, delle sue colazioni e del suo cappuccino e croissant, parliamo del cappuccino perfetto.
Va da sé che per poterlo preparare bisogna avere il getto di vapore della macchina da caffè (anche se il manuale bimby millanta la possibilità di crearlo con questo robot).
Interrogando Alberto del bar Saltment di Abbiategrasso (che ci ha fornito il materiale per le foto allegate), fa notare che in verità il cappuccino perfetto non esiste: ognuno ha il suo preferito. Chi lo vorrebbe con caffè d’orzo, chi lo preferisce più scuro, chi più chiaro, chi senza schiuma (quasi come un latte macchiato), chi lo vuole freddo, chi lo vuole bollente. Ma esiste una regola generale per permetterci di realizzarne uno dignitoso anche a casa.
Ingredienti per un cappuccino
1 tazzina di caffè ristretto
150 ml di latte intero o al limite parzialmente scremato
Procedimento
Il contenitore per riscaldare il latte deve essere obbligatoriamente di metallo: lo si deve riempire per 1/3 con latte rigorosamente freddo. Il latte migliore deve essere grasso: il parzialmente scremato non produrrà la stessa quantità di crema.
Accendere il getto d’aria e lasciar sfogare per qualche minuto per eliminare residui di acqua che rovinerebbero il risultato finale.
Infilare il beccuccio dentro il bricco con il latte perpendicolare alla superficie e sollevare il bricco man mano che la schiuma si solleva e il volume del latte aumenta.
Una volta che il contenitore di metallo si riscalda, inclinarlo leggermente rispetto al beccuccio, lasciandolo sempre immerso nel latte.
Si dovrebbe formare un vortice: continuare fino al raddoppio del volume.
Per distribuire in modo uniforme la crema, battere leggermente su un panno il bricco e poi versare sopra al caffè in tazza di ceramica.
Normalmente la briosce e il cappuccino mi mette di buon umore,non in questo caso,la parola morta produce sempre un certo effetto anche se la persona in questione non la si conosce.
RispondiEliminaIl mio cappuccino ideale? Super cremoso ma non schiumoso,caldo e senza il caffè bruciato. Se il caffè è perfetto non aggiungo zucchero,mi piace gustarlo al naturale.
Ci provo sempre a farlo a casa stando attenta a queste regole il risultato è dignitoso ma non eccellente!
Per questo ci pensa il nostro barista preferito....
smack Cinzietta!mi spiace...
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