martedì 10 febbraio 2015

E' la vostra occasione per provare la mia cucina dal vivo!

In collaborazione con Nanouk, pub sito in Palermo, via XX settembre 63, e le Mero Mero Maid, stiamo organizzando un evento cosplay e gara di disegno.
Il menu della serata sarà interamente preparato da me e prevede l'attenzione particolare a ogni tipo di allergia o intolleranza possibile.
Quindi non mancate se volete provare quello che cucino dal vivo!


Il link all'evento per aderire è il seguente:
Gara cosplay, disegno e air guitar

Partecipate numerosi e non dimenticate di prenotare per essere sicuri di avere un posto a cena!

Il menu prevede quanto segue:

Menu della cena:
Il finto pomodoro (vegano o vegetariano, s/g)
bicchierino di crema di zucca con crumble di gorgonzola (vegetariano, s/g)
bicchierino di crema di patate e caciocavallo con chips di patata viola (vegetariano, s/g)
sushi di zucchina al riso nero e gambero (s/g)
maki al riso pilaf con cavolfiore e caviale di pomodoro (vegano, s/g)
lasagna crudista (vegano, crudista, s/g)
rollò di salame ripieno (s/g)
coppetta di spaghetti e meatballs (s/g)
maialino cotto a bassa temperatura con la sua riduzione di nero d'avola (s/g)

E' assolutamente gradita la prenotazione per essere sicuri di trovare i piatti da voi preferiti!!!
Scrivere a cinzia.cipri@gmail.com

lunedì 9 febbraio 2015

Contest Chef in Love

Buongiorno a tutti,
non ho mai chiesto a nessuno di mettere like o simili per gare di cucina.
A questa ricetta però tengo particolarmente.
Quindi non è tanto per il premio in sé ma per sapere che l'Amore per una volta vince davvero.
Vi ripropongo una mia vecchia ricetta con tanto di foto e il link per cliccare sul mi piace su facebook per spingerla a vincere.
Grazie in anticipo a tutti coloro che lo faranno, ma anche soltanto a quelli che andranno a guardare.
https://www.facebook.com/socialkitchen.it/photos/a.1605175103047309.1073741838.1414821372082684/1611941119037374/?type=1&fref=nf&pnref=story



Macco di fave e finocchietto con rana pescatrice 
(piatto unico)

Ingredienti per 4 persone
350 g di fave secche
1 mazzo di finocchietto selvatico
3 spicchi di aglio
1 peperoncino
10 cucchiai di olio extravergine d’oliva (possibilmente nocellara del Belice)
1 coda di rana pescatrice
50 g di farina 00
½ bicchiere di vino bianco secco (meglio se inzolia)
1 cucchiaio di olio per saltare il pesce
16 pomodorini confit

Per il macco di fave
12 ore prima di iniziare, mettere a bagno le fave in acqua e, se con buccia, eliminarla prima della cottura.
In un’ampia pentola, versare 3 cucchiai di olio, l’aglio in camicia e il peperoncino sminuzzato.
Far insaporire a fiamma media (l’aglio non deve bruciare) ed eliminare l’aglio.
Aggiungere il finocchietto, sgranato e tritato.
Aggiungere le fave e rosolare per qualche minuto.
Coprire con acqua e cuocere per almeno 30-40 minuti.
(Se necessario, versare altra acqua nel corso della cottura, che dovrà essere a fiamma bassa-media).
Una volta che le fave saranno cotte, dovrebbero risultare già frantumate, ma per ottenere una crema densa e vellutata, aggiungere ancora un po’ di olio evo e frullare col minipimer (per non esagerare con l’olio, ci si può aiutare anche con un po’ di acqua calda).
Regolare di sale, se necessario.

Per la rana pescatrice
Eliminare la pelle e l’osso centrale.
Sfilettare la rana e ricavarne tanti cubotti.
Passare il pesce nella farina ed eliminare l’eccesso aiutandosi con un colino a maglia metallica.
In una padella, versare un paio di cucchiai di olio e far rosolare il pesce fino a doratura.
Spruzzare di vino bianco e lasiare evaporare l’alcool.
Salare e pepare se necessario e a proprio gusto.
Tenere da parte in caldo fino al momento di servire.

Per i pomodorini confit (qualora non li si avesse già a disposizione):
Pulire i pomodorini e praticare un taglio nella parte bassa della pelle (non profondo).
Portare a bollore un pentolino con l’acqua e tuffarvi dentro i pomodorini.
Dopo 1-2 minuti tirarli via.
Lasciar raffreddare.
Eliminare la pelle e tagliare a metà per svuotarli dei semi e dell’acqua di coltura.
Porre le falde di pomodorino su una teglia da forno, spolverizzarli con sale, zucchero (un cucchiaino), pepe e timo.
Infornare a 120-130° per circa un’oretta (se non resistete e decidete di accellerare i tempi portando la temperatura a 140°-150°, considerate che dovete tenere gli occhi aperti perché il rischio di bruciarli è alto).

Definizione del piatto
In un piatto fondo, porre la crema di fave calda.
Al centro predisporre i cubotti di pesce.
Attorno i petali di pomodorino confit.
Definire con un filo d’olio extravergine d’oliva (ho usato il Lorenzo n.1)


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La storia della ricetta:
Avevo solo 23 anni, un marito, una figlia, un padre, una madre, due suoceri e un cognato, un’agenzia di viaggi troppo piccola e una casa troppo grande.
Sembravo un personaggio partorito dalla mente di Italo Svevo: tutti pretendevano qualcosa da me, ma nessuno si accorgeva di cosa io avessi bisogno e, soprattutto, non riuscivo a soddisfare nessuno, nonostante i miei numerosi sforzi.
Ventiquattrore erano diventate troppo poche e, per far felici tutti, riuscivo a dormire un paio, forse tre, ore a notte, ma per il quieto vivere si fa questo ed altro.

Un giorno, nell’agenzia di viaggi, entrò un mio amico accompagnato da un ragazzo: qualcosa mi spingeva verso di lui… Io dovevo sapere chi era. In qualche modo, riuscii a vendergli quello di cui aveva bisogno e conservai il suo numero di telefono. Non c’era stato molto tempo per conoscerci: l’indomani, lui partì per andare a lavorare come cuoco in un albergo di Santorini.
Dopo tre mesi, è tornato dalla Grecia.

Erano passati 26 giorni dall’ultima volta che avevo mangiato qualcosa e non se ne era accorto nessuno.
Ventisei giorni di digiuno assoluto, mai un crampo, mai un cedimento e nessuno vedeva che ero solo il fantasma di me stessa, con quei 39 kg appena.
Non so perché l’ho fatto, ma ho scelto lui per chiedergli aiuto.
Una sola telefonata, ad uno sconosciuto, dopo mesi di silenzio, solo per dirgli: “non mangio da quasi un mese”. La risposta all’altro capo del telefono è stata: “sei in agenzia? Sto arrivando”.

Mezz’ora dopo lui era lì, accanto a me. Mi ha presa per mano e mi ha portata dal nostro amico in comune: anche il fratello di questo ragazzo era appena tornato dalla Grecia e aveva portato con sé delle fave “dolcissime – continuava Marco – sto preparando un macco che sognerai anche di notte”.
Tutte quelle persone… attorno a me… sconosciuti che si prodigavano per farmi venire voglia di portare in bocca qualcosa: finalmente qualcuno si era accorto della mia esistenza…
Fabio, il mio angelo, ha immerso un cucchiaio nella minestra e lo ha portato su, vicino alla bocca, soffiando delicatamente, come farebbe la mamma per il proprio bambino. Poi si è rivolto verso di me e ha avvicinato il cucchiaio alla mia di bocca: l’ho aperta riconoscente, come se dovessi fare la comunione. Non mi importava più niente del resto, non mi importava più niente di chi attorno a me mi stava ignorando: finalmente qualcuno si era accorto della mia esistenza!
Da allora, il macco di fave è rimasto, per me, il simbolo del ritorno in vita, della gioia della convivialità, del bisogno di ricevere e dare affetto.

sabato 7 febbraio 2015

Un semplice risotto agli spinaci ma dalle manine di fata di una bimba di otto anni


Capiti che ci si ammali. Di questi tempi è abbastanza frequente, no?
Succede, poi passa e te ne fai una ragione.
Io ho preso una bella influenza tre settimane fa, ma siccome se non mi ammazzano, continuo imperterrita la mia vita normalmente, ora mi ritrovo bloccata in casa, malata, con febbre altissima da una settimana piena. 
Ci si fa l'abitudine anche alla stupidità umana (la mia in questo caso).
E così, mi sono ritrovata malaticcia, febbricitante, lagnosa, dolorante, con 3 figli da sfamare oltre che me stessa!
Voglia di cucinare saltami addosso!
E no, non ce la faccio a fare un brodino e via. 
Ormai penso che lo sappiate, no?
Maya, mia figlia di otto anni (ricordate il mio post su radio Capital? quella), ha detto: "Mamma, cucino io".
Ussignur! E che faccio preparare al posto mio a una bambina di otto anni? 
D'altronde l'occasione era troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire.
Così le ho detto: "Ok, tesoro, però giochiamo a Hell's Kitchen! Mamma fa Ramsey, il resto... sono cazzi tuoi!" (Beh, non le ho detto proprio così, ma più o meno...)

E così iniziamo il gioco con un bel "vai vai vai!"
Isabella, 2 anni e mezzo, dalla sala pranzo, che gridava: "Pappa! Pappa! Pappa!"
Ed io a Maya: "Ma la senti dalla sala che chiedono il pranzo?! Ma che ti dice la testa?! Veloceeeeeeeeeeee! Il riso chiede brodo! Vai vai vai!"
Alla fine, risotto, seppur con qualche imperfezione, è venuto buonissimo, ci siamo divertite e Maya mi ha anche detto: "Certo che faresti paura persino a Ramsey...."
Sia lodato chef Ramsey per avermi fatto giocare un po'.
Ovviamente la ricetta è semplicissima, quindi abbiate pazienza... però ai vostri bambini piacerà, soprattutto se la farete preparare a loro.

Ingredienti:

260 grammi di riso vialone nano

250 g di spinaci surgelati


30 g di parmigiano reggiano grattugiato

30 g di burro salato

1 litro di brodo caldo

un pizzico di noce moscata


pepe bianco perché ci sta!


olio evo due cucchiai (ho usato un blend pugliese prodotto da 


un mio amico, molto aromatico, con un sentore di carciofo, 

appena prodotto)




Procedimento:



Versare due cucchiai di olio evo nella risottiera e lasciar 


riscaldare un attimo.

Aggiungere il riso e tostarlo fino a quando sfrigola.


Nel frattempo il brodo deve essere bello caldo.


Aggiungere mestoli di brodo man mano che il riso lo chieda.


A parte scaldare un cucchiaio di olio in una padella e far 


andare gli spinaci con un pizzico di noce moscata (ci 

vorranno circa 5 minuti: il tempo che scongelino e che si dia 

la ripassata) e salare.

A 5 minuti dalla fine della cottura, aggiungere gli spinaci e il 


brodo e mescolare bene.

Fuori dal fuoco: parmigiano e burro e via a mantecare con 


forza!