domenica 22 marzo 2009

Zuppa inglese napoletana


Nei giorni passati, mi e' capitato di preparare questo splendido dolce, che proprio non conoscevo.
A palermo, quando parliamo di zuppa inglese, ci riferiamo sopratutto a un gusto di gelato venduto, se non erro, per la prima volta dal famoso Stancampiano.
Quindi, alla nostra memoria,richiama il ricordo di un preparato giallognolo, con scaglie di cioccolato e canditi, spesso servito con accompagnamento di panna preconfezionata....
Vedendo questa bellezza riprodotta in piu' forum diversi, non ho resistito e mi sono lanciata nell'impresa, anche per riciclare del bisquit alle mandorle che avevo preparato qualche giorno prima.

Traendo spunto dalla ricetta di rimmel , ho preparato la mia zuppa inglese...

Bisquit alle mandorle (dell'enoteca pinchiorri)

50 g di zucchero
50 g farina di mandorle
2 tuorli d'uovo
2 uova
3 albumi (o 90 g)
30 g di zucchero a velo
40 g di farina setacciata

Con la frusta elettrica montate l'uovo e i tuorli con lo zucchero e la farina di mandorle, finche' diventano bianchi. Montate gli albumi con lo zucchero a velo a neve non troppo ferma, quindi amalgamateli al composto di uova, prima una meta' poi il resto; aggiungete la farina e versate l'impasto nella teglia foderata di carta da forno. Passate in fornoa 200° per 7-8 minuti poi sformate e lasciate raffreddare su una griglia di pasticceria.


Crema pasticcera
1/2 lt di latte fresco
6 tuorli
150g di zucchero
75g di farina
una stecca di vaniglia

Mettere il latte in una casseruola con la vaniglia. Far bollire.
Nel mentre, sbianchire i tuorli d'uovo con lo zucchero, unire la farina e lavorare velocemente.
Aggiungere 1/3 del latte bollente, mescolare e riportare ad ebollizione il late rimasto.
Versare il pastone di uova, farina e latte nella casseruola e continuare a mescolare.
Appena si formano 3 o 4 bolle, spegnere e la crema e' pronta.

(versione liberamente ispirata a M.Santin)

Sciroppo per bagna:
150gr.di acqua,150 gr.di zucchero,alchermer q.b.


Meringa italiana
200 gr di zucchero
40 gr di acqua
100 gr di albumi
2 cucchiaini di glucosio

Portare lo zucchero e l'acqua ed 1 cucchiaino di glucosio a 121° e versare sugli albumi a filo con le fruste in movimento ad alta velocità, montare fino al raffreddamento (se non si ha il termometro mettere sul fuoco in un piccolo tegame l’acqua e lo zucchero/glucosio ed attendere che faccia delle bolle in superficie. Lo sciroppo sarà trasparente).

amarene (ho usato quelle fabbri)


Composizione del piatto

primo strato di bisquit, bagnare con lo sciroppo di alchermes, stendere la crema, le amarene a proprio piacere, di nuovo bisquit, alchermes, amarene, di nuovo bisquit a coprire, alchermes, formare i ciuffi di meringa, infornare a 120° per far indurire (sarebbe meglio usare il cannello).

L'abbiamo divorata letteralmente...
credo che sia tra i dolci piu' riusciti che abbia mai fatto in vita mia...

martedì 17 marzo 2009

Mangiabbinando: Buso e le sue ghiotte considerazioni


Stefano Buso, giornalista e opinionista enogastronomico, gia' famoso nell'ambiente per i suoi interventi su varie riviste online (e non solo), quali Taccuini Storici, Tigullio vino, Vinit e tante altre, ha da poco redatto e pubblicato un libro breve (ma non per questo meno interessante) da leggere tutto d'un fiato.
Il suo obiettivo non e' quello di ergersi a maestro e dare suggerimenti veri e propri ai lettori.
Con toni pacati e scherzosi, infatti, entra in confidenza con i curiosi del gusto e , disseminando note autobiografiche divertenti, ma
servendosi sempre di un linguaggio semplice, diretto e privo di aulismi, trascina il lettore in un universo culinario fatto di sperimentazione e alchimia.

Accanto al faceto, troviamo non pochi cenni storici, scientifici e anche qualche ricetta. Nulla di trascendentale per gli addetti ai lavori, forse, ma un'analisi simpatica ed elegante, racchiusa in un manualetto da portare sempre con se' per stupire gli amici.
Un invito, dunque, a spingersi oltre i limiti canonici dettati da quanto abbiamo appreso e messo in pratica finora, ma anche per imparare un po' di "grammatica tra i fornelli".

Rompere gli schemi, quindi - ma nemmeno tanto - abbinando vino a pizza o birre a piatti salati (ma anche dolci) e restituire un ruolo fondamentale a tavola a bevande, quali il te', abitualmente relegate a ruolo di secondaria scelta, come la colazione o la merenda delle 17.

E per dirla con Buso... "La cucina - i sapori del resto - oltre ad essere in continua evoluzione, vivono anche di elementi di freschezza spesso nati da scelte occasioni e del tutto soggettive, ma anche da coraggiose sperimentazioni sul campo. Oltre al piacere, bisogna evidenziare quello che e' il vero elemento univoco tra uomo e cibo, vale a dire, la ricerca di soluzioni e accostamenti, quindi tutto cio' che e' sconosciuto e impensabile"

Per averlo anche voi, niente di piu' semplice: potete richiederlo al solo prezzo delle spese di spedizione nel blog dedicato al libro stesso http://mangiabbinando.blogspot.com/

Buona lettura!



mercoledì 11 marzo 2009

E ora zucca...


Era da tempo che volevo inserirle, ma ho sempre rimandato.
La prima e' con potimarron
semplicemente la crema...
ingredienti usati da me:
2 potimaron da circa 800 g in tutto (ancora con la buccia e i semi)
1 scalogno
1 cipolla di piccole dimensioni
4 o 5 ciuffetti di origano fresco (+ quelli per il decoro)
olio umbro
due dita di latte
sale e pepe bianco
1 cucchiaio di passata di pomodoro molto densa(salata e leggermente zuccherata)
uno stuzzicadenti

pulire dei semi e della buccia il potimaron e tagliarlo a quadrati.
In una pentola ampia, versare un cucchiaio appena di olio, mettervi dentro lo scalogno e la cipolla tritati e farli leggermente stufare.
Aggiungere la zucca e abbassare la fiamma: lasciare venir fuori un po' di succo della zucca stessa e regolarsi per aggiungere poca acqua quasi a coprire. Inserire i primi ciuffetti di origano fresco.
Quando l'acqua sara' asciutta, se necessario continuare la cottura, aggiungerne un altro poco.
Regolate di sale e di pepe, frullate.
Aggiungete il latte necessario per vellutare la crema.
Versate nel piatto da portata, fondo, accogliente.
Al centro predisponete un coppapasta piccino e versatevi la salsa di pomodoro.
Con lo stuzzicadenti tracciate delle piccole linee che partono dal cerchio come a formare un sole.
Decorare con i ciuffetti di origano fresco e servire




La seconda e' con riso selvaggio soffiato...

Ingredienti:
400 g di polpa di zucca gialla
1/2 porro
1 patata da 150 g
sale
100 g di riso selvaggio

mettere a bollire le patate e la zucca tagliata a tocchetti.
Nel frattempo fare stufare in un cucchiaio di olio il porro finche' non diventa dolce.
Tenete da parte l'acqua di cottura della zucca.
Frullate il porro, la patata e la zucca allungando con acqua di cottura fino ad ottenere una crema omogenea.
In una padella, mettete un po' di olio di semi e fate riscaldare.
buttate dentro un paio di chicci di riso e controllate che si aprano come popcorn.
Se questo avvera' aggiungete gli altri e lasciateli aprire/tostare.
Mettetene qualche cucchiaiata nella crema di zucca e servite


Si vede che amo la zucca?! :D

lunedì 9 marzo 2009

Il menu del weekend: una zucchina tonda e un nuovo sugo di triglia



Qualcuno di voi sapra' che ho passato due giorni a cioccolato', come stagista, presso lo stand "La fabbrica del cioccolato" di Silvio Bessone
Un'esperienza bellissima con un personaggio davvero speciale: un uomo di cuore e assolutamente... puro!
Ho trovato una Torino sorprendente... il caffe' seduta al bar di piazza vittorio veneto con le montagne innevate sullo sfondo e la Grande madre davanti ai miei occhi... portero' a lungo il ricordo del mio cuore.
Ho conosciuto anche un'altra persona particolare che ha portato una ventata di freschezza e gioia in una pesantissima giornata di lavoro: Sandra
Un altro caffe' a Torino, un caffe' "robusto" ed esotico assieme a una grande donna :D

Ma andiamo alle ricette che vi propongo oggi :)
Ricette preparate il venerdi' per sfamare la mia famiglia mentre sono stata lontana ;)

Zucchina tonda ripiena di couscous mediterraneo

considerato che non avevo tempo di fare grandi cose, visto anche che la primavera e' alle porte e il sole vorra' riscaldare i nostri picnic, mi sono convinta a provare le zucchine tonde, pero' non sapevo esattamente cosa farne.
Da quando le ho viste, le immaginavo ripiene di qualcosa...
Cosi' ho pensato di eseguire il couscous tostato di Marcello Valentino e di condirlo semplicemente con olio evo (umbro), basilico, pomodorino pachino tagliato a pezzetti e mozzarella di bufala campana, sale e pepe.
Riempito con questo couscous la zucchina dopo averla cotta a vapore, tagliato via la capotta e svuotata in parte della polpa.
Dopodiche infilata in forno a 200° statico per qualche minuto (il tempo che sciogliesse la mozzarella).
Servito caldo con un filo d'olio umbro e ricoperto con la coppola ;-))

per decorare, un pomodorino confit (che per ora ne ho fatti tanti e quindi infilo ovunque quando posso)

Busiate al sugo di triglia profumato al mandarino

partendo da questa idea, dovendo preparare qualcosa che si conservasse senza perdere in freschezza, ho realizzato una ricetta abbastanza simile ma utilizzando l'olio al mandarino da me preparato, lasciando macerarela buccia del mandarino dentro lo stesso olio per qualche giorno.

Ingredienti per 3 persone

250 g di busiate
1/2 carota
1/2 scalogno
1/2 costa di sedano bianco
250 g di salsa di pomodoro
1 cucchiaio di olio evo (ho usato un leggerissimo olio di olive taggiasche, ovviamente di origine ligure)
400 g di triglie pulite (circa 8 triglie)
2 cucchiai di olio al mandarino
acqua di cottura della pasta qb
sale qb
olio al basilico
1/2 bicchiere di vino bianco secco (cataratto)
1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
la buccia del mandarino a julienne fine
1 cucchiaio di olive taggiasche
aromi e profumi a piacere
pepe rosa macinato al momento

Pulite e sfilettate le triglie e tagliatele a tocchetti.
Stufare gli ortaggi, aggiungere le triglie aumentando la fiamma, sfumare, aggiungere il concentrato di pomodoro e la salsa, aromi se si gradiscono (timo, santoreggia, maggiorana: quel che preferite) e lasciar cuocere per 15 minuti. Se il sugo dovesse asciugarsi, aggiungete acqua di cottura.
Aggiustare di sale e insaporire con olio al mandarino, aggiungere le olive
Aggiungere un pizzico di pepe rosa se gradito



Cuocere la pasta, scolarla al dente e farla risottare un minimo nel tegame col sugo, aggiungendo acqua di cottura.

Aiutandosi col coppapasta, impiattare i busiati alla triglia e decorare con sola julienne di buccia di mandarino (suggerimento gentilmente offerto da Ciccio Sultano del Duomo di Ragusa Iblea, col quale ho avuto piacere, qualche sera fa, di chiacchierare proprio di questa semplicissima ricetta)

Spero che le mie umili ricette vi siano piaciute e che continuate a leggermi.
Pero' vorrei chiedervi perdono se ogni tanto decidessi di divagare un po', di lasciarmi andare a qualche ricordo o a qualche visione.
Per ora mi preparo per la cena di questa sera... se l'idea discussa con Marcello oggi dovesse andare bene, ve la proporro' altrimenti... nisba!
E ricordate che stasera, su Discovery Real Time, canale 118, ci saranno a intrattenervi Leonardo Romanelli , Sergio Maria Teutonico, Velia De Angelis e tutta la brigata di "chef per un giorno" ;)

sabato 7 marzo 2009

Carre' di vitello

Oggi avevo voglia/bisogno di carne....
ho visto questo bel carre' di vitello e ho pensato di gustarmelo per bene con delle patate novelle cotte con la buccia.

Ingredienti per 4 persone (ma anche per 6 se e' un secondo)
1 carre' da circa 700 g
300 g di patate novelle
2 bicchieri di nero d'avola
125 cc di fondo bruno
1 rametto di rosmarino
1 rametto di mirto
1 rametto di timo
pizzico di sale di maldon (o un altro sale a scaglie)
sale per le patate, pepe per le patate
olio evo toscano (Santa Tea)
1 cucchiaino di strutto
1 cucchiaino di miele di rugiada melata (o altro miele scuro)

Rosolate il vitello in un tegame con lo strutto (tutti i lati per bene)
Mettere in forno con il vino rosso e il fondo bruno a 120° per due ore circa, coperto da stagnola o da coperchio(verificare gia' a un'ora e mezza con lo stecchino)
Tirare fuori dal forno:

preparare le patate: sbollentarle per 5 minuti e poi mettere in forno con olio, sale e pepe

nel frattempo tenere in caldo avvolto nella stagnola il vitello

impiattare con le patate e spennellare con riduzione di nero d'avola e miele



mettere sopra le scaglie di sale di maldon e servire



(senza badare al piatto, era la porzione di ruggero) questo e' l'interno del carre':



Lo dico con sincerita'... io non sono tipo da falsa modestia... mi sento orgogliosa di questo umido...
Ho ricevuto commenti entusiastici, si e' conservato bene anche all'indomani... sembrava sciogliersi in bocca per quanto era tenero.
Uno chef amico mi ha chiesto se ho usato il termometro: no, non l'ho usato. Ho fatto la prova stecco per verificare la cottura nell'ultima mezz'ora e ad un certo punto, ho estratto e detto "ci siamo".

Ringrazio dunque Ugo per avermi insegnato a fare il fondo bruno,
ringrazio Riccardo per avermi sopportata quando gli ho schizzato la cucina di ricotta,
ringrazio Rossella ancora una volta per avermi portata a mettermi in gioco,
ringrazio Marcello per avermi detto "io ci credo, credici pure tu",
ringrazio chefalfio perche' la sua cucina e' balsamo per lo spirito,
ringrazio Filippo per avermi fatto conoscere un nuovo modo di intendere la cucina,
ringrazio Leonardo perche' mi sta regalando nuova fiducia,
ringrazio Stefano perche' ha lodato la mia tecnica,
ringrazio chefmarco per avermi sempre spronata a fare meglio e per essere sempre stato sincero,
ringrazio Fulvia per la pazienza e per i suoi risotti,
ringrazio Pietro per avermi detto che mi insegnera' la sua cucina
ringrazio Tano per le sue parole a Natale (che hanno colpito il mio cuore) e per il supporto continuo
ringrazio tutti quelli che mi hanno seguita fin qui e ancora mi seguiranno. La lista si allunga... ogni minuto penso a qualche altra persona da ringraziare...
Mi fermo perche' cioccolato' mi attende ed io non voglio farla aspettare :D

martedì 3 marzo 2009

Orecchiette del ricordo (fave, pancetta e canestrato)


piu' tradizionale di cosi'!
soliti giochi da ultimo minuto in cucina.
le fave erano state sapientemente sbucciate dai bambini, io le avevo spogliate dai loro baccelli.
Non rimaneva altro che farci qualcosa...
Gia', ma cosa?
Francesco non vuole le fave, Francesco non ama le fave...
Guardo in frigo...
Un immagine appare ai miei occhi.
Subito all'opera ai fornelli.
Padella sul fuoco, filo d'olio umbro, aglio, fave, pomodorini pachino spellati e tagliati a tocchi. 3 minuti in padella e spengo.
Porto a ebollizione l'acqua, che pasta? frugo in dispensa, scovo il pacco di orecchiette pugliesi della Poiatti.
Eccellenti: vada per queste.
Cottura 12 minuti... ne basterrano 8, il resto in pentola con acqua e zafferano.
Aggiungo la pancetta al sugo. lascio rosolare 1 minuto appena, verso la pasta con un bel po' di acqua di cottura.
Ultimi 3 minuti per far formare un sughetto e amalgamare bene i sapori.
Servito, ma manca qualcosa ancora...
Tiro fuori il canestrato, grattugio e via in tavola!

E per chi chiedesse come mai del ricordo...

lo sbucciare la fava era uno dei miei compiti da bambina...
fave, piselli, fagioli, fagiolini... erano i miei primi incarichi in cucina.
Oggi la tradizione si ripete.
Affido le leguminose in mano ai picciriddi e gli spiego il lavoro da condurre.
E con le loro manine, sapientemente e velocemente, aprono bucce su bucce per recuperare i piccoli legumi.
Cosi' gli viene pure piu' voglia di mangiarli!
Poi anche perche' il canestrato, le fave e i pachino vengono dalla mia Sicilia...
la pancetta ahime' e' dell'esselunga ;)
ma i salumi siciliani non arrivano e mi devo contentare...

lunedì 2 marzo 2009

Triglie all'arancia ovvero triglie per Silvietta


Una ricetta di Fredy Girardet che dedico alla mia amica, perche' e' semplice ma impreziosita dalla salsina che la accompagna e le da' carattere.
Cercavo da giorni qualcosa che rappresentasse Silvia, che me la ricordasse... Pensavo a qualcosa come le capesante, ma mi sembravano troppo importanti, idem l'ostrica, troppo impersonale.
La triglia e' un pesce abbastanza comune, facilmente reperibile, gustoso, tra i miei pesci preferiti in assoluto, spinosa all'apparenza, ma basta scoprirla per poterla rendere innocua. E quella salsina lucente e saporita era il tocco finale: rende la triglia comune un animale speciale.
Ecco quindi Silvia, semplice e speciale allo stesso tempo, spinosa all'apparenza, ma gustosa e dolce nella realta'.

Per Silvia dunque.

Ingredienti per 4 persone
4 triglie da 150 g ciascuna (tenete tutto testa e lisca a parte)
1 scalogno
2 pomodori piccoli
2 foglie di basilico
1 dl di vino bianco
1 arancia
uno spruzzo di limone
1 dl di brodo vegetale
1/4 di fetta di ananas
1/2 filetto di acciuga sott'olio
olio evo dl 4,5
2 cucchiai di burro chiarificato
farina
pepe di cayenna (ahime' non ne avevo, ho usato pimento)
fior di sale di guerande (avevo il camargue)
sale e pepe di mulinello

Preparazione
Eliminate con una pinza le piccole spina delle triglie, passando un dito dalla coda verso la testa dei filetti: riponete il pesce in frigo, su un piatto ricoperto di pellicola da cucina.
Lavate e scolate le teste e le lische delle triglie, tagliatele a pezzi della lunghezza di 2 cm
Incidete 1 dei 2 pomodori a croce, tuffatelo per 15 secondi in acqua bollente, quindi immediatamente in acqua fredda. Mondatelo, svuotatelo e tagliate la polpa a cubetti. Fateli sudare con mezzo cucchiaio di olio di oliva, salateli , pepateli e metteteli da parte. Tagliate l'altro pomodoro a dadi piu' grandi, senza mondarlo.
Spazzolate l'arancia sotto un filo di acqua calda e asciugatela. Prelevate 2 strisce di scorza della larghezza di 3 cm, privatele della parte bianca e tagliatele a striscioline della larghezza di 1 mm. Conservate questa julienne in frigo, in un recipiente coperto. Spremete 1 dl di succo di arancia
Tritate molto finemente l'acciuga e mettetela da parte. Sbucciate e tritate finemente lo scalogno. Tritate il pezzo di ananas e riponetelo in frigo, in un recipiente coperto.
Per la salsa, riscaldate 1 cucchiaio di olio in un piccolo tegame e fatevi appassire lo scalogno tritato. Quando sara' traslucido, aggiungete le teste e le lische spezzettate e fatele sudare per 2 o 3 minuti, mescolando con un mestolo. Unite i dadi di pomodoro crudo, bagnate con 1 dl di vino bianco e 1 dl di succo di arancia e continuate a cuocere a fuoco lento per 5 minuti. Travasate questo liquido in un altro tegame filtrandolo con un colino fine e fatelo restringere a 1dl. Unite 1 dl di brodo vegetale e fate ridurre il tutto a 4 cucchiai. Incorporate 3 cucchiai di olio evo e qualche goccia di succo di limone, regolate di sale e pepe e mettete la salsa da parte.

Cottura

Insaporite i filetti di triglia con sale, pepe e pepe di cayenna, infarinateli leggermente.
Riscaldate la salsa, incorporate l'acciuga, il trito di ananas, i cubetti di pomodoro saltati nell'olio e la julienne di buccia di arancia. Portate il tutto a ebollizione, regolate di sale e di pepe, togliete il tegame dal fuoco e tagliuzzate direttamente su di esso le 2 foglie di basilico.
Cuocete i filetti di trglia nel burro chiarificato molto caldo, utilizzando 1 o 2 padelle, per 40 secondi sul lato della pelle e per 20 secondi sull'altro lato.
Estraeteli immediatamente dalla padella, per fermarne la cottura, e scolateli su della carta assorbente.

Impiattamento
Stendete uno specchio di salsa sul fondo dei piatti tiepidi, disponetevi 2 filetti di triglia a forma di V e spolverizzateli con qualche grano di fior di sale.

domenica 1 marzo 2009

pranzo domenicale




oggi ero in vena di pesce.
Ieri, il mio pescivendolo di fiducia mi ha fatto trovare triglie, totani, polipetti e un bel maiolino.
Da subito, ho capito cosa avrei realizzato con questi bei pesci, pur sapendo che nessuno mangia il polpo, che tutti mi fanno storie se gli presento i totani, ma io ero sicura che non sarebbe rimasto nulla e cosi' e' stato.

Polpo cotto nella sua acqua allo zenzero con salsa di kiwi (ricetta di Mimmo Alba)

Acquistate polipetti freschi nella misura di uno per ogni commensale.
Puliteli da testa, occhi, bocca.
Prendete un tegame e riempitelo con un fondo di olio.
Mettete dentro aglio in camicia schiacciato e aglio sbucciato (1 e 1)
Aggiungete alloro, peperoncino, grattugiata abbondante di zenzero fresco, prezzemolo, timo, rosmarino, coriandolo
Fate rosolare ma non bruciare!
Aggiungete i polipi, fate insaporire.
Fate cuocere finche' non siano dorati.
A parte preparare una maionesina composta da kiwi verde e olio fino ad ottenere una cremina. Eliminate i semi aiutandovi con un colino.
Impiattamento: adagiate la cremina sulla base del piatto, ponetevi sopra un polipetto, coprite con un pochino di sughetto di cottura. A voler essere perfetti, fate tostare una sottiletta di pancarre' e accompagnate con questo. La decorazione con rosmarino ci sta benissimo, ma questa volta ho voluto mettere una punta di timo.

Nella seconda versione l'ho trasformato in insalata di polpo e patate con kiwi.
La zuppetta di base e' troppo goduriosa per eliminarla, quindi non guardatela con sdegno perche' non sapete cosa vi perdete ;)

Totani e patate in salsa di pomodoro

Una ricetta della tradizione siciliana, leggermente modificata rifacendomi a un'altra ricetta letta di recente sul forum www.panperfocaccia.eu e fornita da ugo, grande cuoco di casa, col quale ho avuto il piacere di preparare uno stupendo fondo bruno che ancora si accompagna ai miei arrosti.

Ingredienti:
500 g di totani
1 patata da 100 g
150 g di patatine novelle
1 costa di sedano bianco
500 g di salsa di pomodoro
2 cucchiai di concentrato di pomodoro
prezzemolo, coriandolo, peperoncino, 2 cucchiaini di zucchero, 1 pizzico di sale se la salsa lo chiede
2 spicchi di aglio in camicia
una bustina di zafferano
olio evo (ho usato un olio umbro che non avevo mai provato prima)
un pizzico di origano finale
1/2 bicchiere di vino bianco

Bollite appena per 5 minuti le patatine novelle e il sedano tagliato a pezzetti, mentre portate a cottura la patata grande.
In un tegame, possibilmente di coccio, fate soffriggere due spicchi di aglio in camicia con olio evo buono. Toglieteli e mettete a cuocere i totanetti tagliati, dopo averli puliti per bene. Sfumate con mezzo bicchiere di vino bianco secco (ho usato un catarrato siciliano).
Scolate del liquido in eccesso e tenetelo da parte.
Aggiungete le patatine novelle e il sedano, poi i profumi, la salsa di pomodoro e il concentrato.
Aggiustate di sale se necessario.
io a questo punto ho aggiunto anche il peperoncino.
Frullate la patata con il liquido dei totani tenuto da parte prima e aggiungete lo zafferano.
Aggiungete a poco a poco il liquido nel tegame e lasciate cuocere fino a cottura (direi piu' o meno mezz'ora da questo momento in poi, ma verificate che non si asciughi troppo il liquido).
Alla fine spolverizzate di origano e se necessario, a vostro gusto, aggiungete altro peperoncino.

Biancomangiare al latte di mandorle e pistacchi di bronte (di Filippo La Mantia)

Ingredienti per 12 bicchierini

1 litro di acqua
300 g di mandorle pelate
250 g di zucchero
70 g di amido di mais
1 limone
cannella in polvere
pistacchi sgusciati

Frullate le mandorle, precedentemente tostate, aggiungendo acqua fino ad ottenere un latte (non filtrate!!!). Versate in una pentola il latte di mandorla, lo zucchero e l'amido di mais e mescolate a fuoco basso facendo attenzione a non formare grumi. Aggiungete la buccia tritata del limone e continuate a mescolare fin quando il composto sara' rassodato.
Versate la crema in apposite formine da budino (o bicchierini) precedentemente inumidite e sulla superficie di ogni dolce, spolverare un pizzico di cannella.
Quando la crema si sara' raffreddata, sformare i dolci e serviteli cosparsi di pistacchi tritati grossolanamente.

Spero che il mio menu vi sia piaciuto almeno quanto e' piaciuto a noi :)

messaggio speciale per chefmarco: questo menu e' si' ispirato da altri chef, da altre ricette, da altra memoria, ma una volta che li porti in tavola 3, 4, 10 volte, non diventeranno un po' tuoi? ;)
Per correttezza riporto gli autori principali, perche' a loro va la mia stima per la bravura, la fantasia, e per essere mia continua fonte di ispirazione.
Cio' non toglie che, col tempo, la ricetta acquista la personalita' e la mano di chi la porta in tavola e che il biancomangiare preparato da Filippo, non sara' mai come il mio e viceversa, nonostante entrambi saranno buonissimi.
Avrei potuto mentire, nascondere gli autori, in virtu' di quanto detto sopra, ma perche' non rendere onore a questi artisti della cucina? :)

Buona domenica a tutti!